San Luca e il suo Portico

Quando un bolognese rientra da un viaggio, nel preciso istante in cui intravede in lontananza San Luca, sa di essere arrivato a casa. Già dalla tangenziale la Basilica, con la sua poderosa cupola, dal Colle della Guardia su cui sorge, ti accoglie come una mamma alla finestra.

 

San Luca e il suo Portico

La costruzione del Santuario della Madonna di San Luca, nelle forme in cui lo vediamo oggi, iniziò nel 1741 con il consenso del Comune e l’aiuto di tanti benefattori. I lavori durarono diversi decenni e furono terminati circa nel 1757, mentre le tribune esterne sono state terminate nel 1774.

Precedentemente, intorno all’XII sec. si hanno notizie che al suo posto sorgeva un eremo dove, sempre in quel periodo, pare si fosse trasferito un certo Eutimio, giunto da Costantinopoli con una tavola di cedro sulla quale era dipinta l’immagine della Vergine, che lui diceva essere opera dell’evangelista Luca.

Nel 1149, l’eremo passò a Bice e Azzolina, due pie sorelle che lì, con altre giovani donne, si ritirarono in preghiera gettando così le basi del più importante monastero di Bologna.

La chiesa ha pianta circolare con brevi bracci a croce greca, costituita da una sola grande navata. Dietro l’altare maggiore in una nicchia di marmo è custodita la famosa icona bizantina della Beata Vergine.

I Bolognesi sono molto devoti alla Madonna di San Luca che fa la sua discesa in città a maggio, mese mariano, e vi permane per una settimana in Cattedrale.

Chi vive a Bologna sa che in quei giorni è meglio non organizzare pic-nic o uscite in bicicletta perché molto probabilmente pioverà.

Infatti la prima discesa della Madonna fu proprio legata ad un evento meteorologico di questa natura. Si narra che nel 400 ci fu una primavera particolarmente piovosa che rischiò di compromettere i raccolti. I contadini si rivolsero allora alla Madonna di San Luca portandola in processione e pare che non appena l’icona entrò in città la pioggia cessò.

Da quella volta tutti gli anni l’evento si ripete, hanno fatto eccezione il 1849, quando il colle della Guardia venne occupato dagli Austriaci e il 1944 anno della seconda guerra mondiale.

Proprio per proteggere i fedeli in processione si decise di costruire il portico che venne realizzato tra il 1674 e il 1721.

Non stiamo parlando di un portico qualsiasi ma di uno da Guinness, il portico più lungo del mondo con i suoi 3796 metri che insieme agli altri portici della città è diventato di recente Patrimonio Mondiale UNESCO.

Un serpente lungo quasi quattro chilometri che striscia e si snoda dall’Arco del Meloncello sino su al santuario. Data la forma dunque, non sembra affatto casuale che il portico sia formato da 666 arcate, il numero del diavolo, con un chiaro rimando all’iconografia di Satana sconfitto sotto il piede della Madonna.

Lungo il percorso troviamo 15 cappelle con i Misteri del rosario e gli stemmi delle famiglie che finanziarono i lavori.

A tutte le ore del giorno il portico è trafficato. Molte sono le persone che per svolgere attività fisica scelgono il percorso di San Luca, alcuni semplicemente camminando e altri, i più allenati, addirittura lo affrontano correndo.

L’impresa non è proprio banale perché il percorso è in salita, intervallato da circa 500 gradini, e ad un certo punto bisogna vedersela con “la curva delle orfanelle” un tratto che prende questo nome dalla presenza negli anni trenta di un orfanotrofio femminile e in cui la pendenza supera il 18%.

“Se supero l’esame vado a piedi a San Luca …Credo non ci sia studente che non abbia pronunciato questa frase durante la propria carriera universitaria o comunque tutti i bolognesi almeno una volta hanno promesso di andare a piedi a San Luca come voto o fioretto. Addirittura c’è chi giura di percorrere il cammino in ginocchio ma è chiaro che si tratta di casi in cui la posta in gioco deve essere molto molto importante.

Insomma se non si vuole sudare si consigliano altri percorsi ma dopo qualche giorno di permanenza in città, e magari dopo essersi deliziati con le bontà gastronomiche della cucina bolognese non proprio light, potrebbe essere un modo gradevole per smaltire gli eccessi e per godersi il panorama all’arrivo.

E poi in fin dei conti chi non ha un buon motivo per andare a piedi a San Luca?

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