Lo Slang Bolognese

Paese che vai usanza che trovi ma anche modi di dire che se non compresi possono dare origine a buffi fraintendimenti.

Se si viene a Bologna bisogna sapere che ci sono termini dialettali italianizzati e usati anche dalle nuove generazioni nel parlato quotidiano al punto che ci si aspetta di trovarli nello Zingarelli.

Per non farci trovare impreparati vediamo quali sono quelli di uso più comune.

tiro

Se il postino citofona e vi dice “Posta in buca, mi dà il tiro?” non guardatevi intorno spaesati alla ricerca di un attrezzo, vi sta semplicemente chiedendo di aprirgli il portone per poter consegnare la posta.

Questo modo di dire tutto bolognese risale al diciottesimo secolo quando i portoni delle case a più piani si aprivano con un sistema di corde o catene che venivano tirate a distanza sganciando il chiavistello. Ancora oggi negli androni dei palazzi accanto al pulsante con la scritta LUCE troviamo quello con la scritta TIRO.

Quindi chiederai al tuo inquilino di darti il tiro se sei sceso a portare giù IL RUSCO.

Il “rusco” a Bologna è il pattume e deriverebbe da una pianta cespugliosa in latino chiamata ruscus utilizzata per realizzare le scope. Questo arbusto è per intenderci il pungitopo che veniva piantato intorno alle case per tenere lontani i topi portatori di malattie. Tra questi cespugli venivano gettati i rifiuti organici come concime.

Il termine si è mantenuto nel tempo al punto che il servizio comunale dei rifiuti ne assunse il nome con l’acronimo calzante R.U.S.C (Rifiuti Urbani Solidi Comunali).

Le vere difficoltà potrebbero iniziare andando a fare la spesa. Innanzitutto bisogna sapere che il salumiere ad esempio si tara su alcune unità di misura indefinite ma al tempo stesso precise. Non sentiremo mai il vero bolognese chiedere un etto e venti di mortadella, ma un etto e SBLISGA, che è quel poco in più che non guasta. Se si vuole esagerare con le quantità c’è lo SBANDERNO o uno SBROZZO, espressioni che stanno ad indicare davvero tanta roba. A questo punto, dopo l’etto e sblisga di mortadella e due etti di prosciutto il salumiere potrebbe chiedere “ALTRO? A Bologna si risponde “ALTRO” per dire che sei a posto e hai concluso la tua spesa e così giunti alla cassa ci chiederanno se vogliamo una SPORTINA…ad intuito ci si può arrivare…la sportina è la busta.

Visti i rincari dei prezzi bisogna avere della gran PILLA per fare la spesa, ma quello un po’ ovunque non solo a Bologna, bisogna cioè avere molta disponibilità economica, tanti soldi.

Pilla è il contrario di PLUMA che significa non avere un soldo o far finta di non averne. La pluma è quella lanuggine che si deposita negli angoli delle tasche vuote e da qui il termine per indicare uno spiantato ma anche un tirchio, un PLUMONE.

Che si abbia della pilla o della pluma il Bolognese doc è sempre alla ricerca della BAZZA. Con il termine bazza si indica un affare più o meno trasparente che si riesce a concludere grazie ad un intrallazzo o ad una conoscenza da non confondere con la BUZZA che è il ventre prominente.

Se perde un rubinetto o il vostro wc è MUNITO, ossia intasato, a Bologna devi chiamare il FONTANIERE, cioè l’idraulico, mentre per lavoretti più generici, come una tapparella incastrata, può andare bene un ciappinaro, un tuttofare che sa mettere le mani ovunque e con pochi soldi ti fa un ciappino, ti trova una soluzione ingegnosa e poco ortodossa ma che ti risolve il problema.

In giro per il centro o in discoteca le ragazze non si rimorchiano ma si INTORTANO. La pratica dell’intorto è un’arte e avviene facendo ricorso a tutta l’oratoria che si possiede al fine di conquistare la più carina.

Ma attenzione a non esagerare, se le attaccate una PEZZA a lei potrebbe SCENDERE LA CATENA.

Attaccare una pezza è un’espressione che si usa quando uno degli interlocutori, preso da un attacco logorroico, parla a ruota libera di un argomento o dei propri problemi che all’altro interessano poco. Sinonimo di PEZZA è TOMELLA da cui deriva anche il verbo INTOMELLARE.

La scesa di catena invece è mutuata evidentemente dal mondo del ciclismo e a Bologna se ti scende la catena vuol dire che non ne puoi più di una cosa o di una persona.

Emilia notoriamente terra di motori, a allora il bolognese di fronte ad un’automobile o una moto di alta categoria esclamerà “Soccia che ferro!”. In realtà questo termine si usa per qualsiasi aggeggio elettronico ad esempio “Ho comprato un gran ferro di Computer”…non uno ZAVAGLIO che non serve a nulla.

Ora che abbiamo passato in rassegna i termini e le espressioni più usate direi che potete districarvi nelle varie situazioni come dei veri bolognesi quindi per il momento…BONA LE’.

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